Il Galeone di Legnano
Mostra d'arte alla Galleria «Il Galeone»
Personale di Mario da Corgeno a Legnano
Alcune sculture in bronzo e marmo e una serie di disegni a matita di Mario da Corgeno sono esposte fino al 13 febbraio 1982 alla galleria “Il Galeone” di via Solferino 39 a Legnano.
Il direttore della galleria, Mauro Monaco, continua così la sua strada di proporre all’attenzione del pubblico artisti accuratamente vagliati. Mario da Corgeno infatti è uno scultore che ha già ottenuto consensi non solo dalla critica ma soprattutto da uno dei più grandi pittori italiani viventi, Pietro Annigoni, che è stato, tra l’altro, maestro dello stesso scultore. Mario da Corgeno è originario della provincia di Varese dove è nato 36 anni fa. Fin da fanciullo manifestò qualità non comuni. Perfezionò la tecnica e il gusto dapprima con il pittore Gajoni e poi con Annigoni.
I temi del dolore e della sofferenza sono quelli che più spesso ricorrono nelle su opere di indiscutibile pregio estetico. D’altronde il consenso di Pietro Annigoni rappresenta una carta di credito non indifferente. Mario da Corgeno ha già esposto in diverse città del nord Italia tra cui Busto Arsizio. Resta ora di vedere quale potrà essere il giudizio dei legnanesi dinnanzi alle sue opere, senza dimenticare che già altre volte il nostro artista ha destato interesse e consensi: all’Arengario nel 1975, alla Galleria Cortina Cavour di Milano nel 1981, alla Galleria Spinetti nel pieno cuore storico di Firenze lo scorso anno.
La forza del mistero
di Giovanna Manghi
Mario da Corgeno ha acquistato una padronanza completa della matita come si nota nei suoi disegni dal tratto sicuro e dalla sensibilità raffinata. Egli dimostra inoltre, soprattutto attraverso le opere scultoree, il suo contatto bruciante con le emozioni, con i pensieri che oltrepassano i confini della cultura, la stessa, che sovente frena l’artista, bloccandolo in fissità suicide.
Nelle opere di Mario da Corgeno non si scorgono mai né gioia né esultanza ma, convenzione, i veri artisti sono dei pensatori sofferti, mentre la gioia è appannaggio degli uomini ormai completamente sublimati o di coloro che rifiutano la meditazione e il raccoglimento…
Nelle sue opere non si trova la poesia, ma piuttosto la forza del mistero. Infatti ciò che più affascina nella sua arte è la perfetta anatomia dei corpi; ogni vena e ogni muscolo sono palpitanti. Egli esprime la forza vitale con esuberanza di mezzi.